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Forum >> Italian Meeting Point - Army Guide >> Termine del giorno

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cittadino
15:52 01.08.2006

Termine del giorno – Carro armato.

Il carro armato è un veicolo da combattimento terrestre che fu introdotto nel corso della prima guerra mondiale, inizialmente dagli alleati dell'Intesa (Battaglia della Somme,15 settembre 1916), e successivamente anche dai tedeschi.

Le caratteristiche salienti del carro armato (che lo distinguono dagli altri veicoli da combattimento) sono:

  • trazione su cingoli

  • presenza di armamento offensivo atto a impegnare bersagli protetti

  • corazzatura sufficiente a resistere al fuoco di armi pesanti

cittadino
11:57 02.08.2006

Termine del giorno – Autovettura.

L'autovettura è un autoveicolo progettato e costruito per il trasporto di persone. Una parte rilevante della sua struttura o carrozzeria, di conseguenza, dev'essere dotata di sedili, oltre a quello del conducente. Per essere classificata come tale, però, l'autovettura non può trasportare più di otto passeggeri e non deve avere una massa complessiva maggiore di 3.500 kg.

cittadino
14:16 03.08.2006

Termine del giorno – Cavalleria.

Con il termine cavalleria, si indicano le unità militari montate a cavallo.

Le unità a cavallo furono tatticamente molto importanti fino alla fine del 19° secolo per le loro caratteristiche di mobilità e velocità.

Dal momento della sua affermazione fino al suo tramonto la cavalleria, la cui origine si può fare risalire al Cavaliere medievale e come simbologia alla Cavalleria medievale, è stata l'arma più importante, tanto per ragioni sociali e politiche quanto per motivi squisitamente militari.

La cavalleria, composta di uomini d'arme in grado di combattere a cavallo, infatti necessitava di uomini molto addestrati a questo tipo di combattimento e di animali da monta selezionati ed impiegati esclusivamente nel combattimento. Dapprima il guerriero a cavallo più capace, infatti fu sempre il nomade, che portava con se i propri averi, esercitava l'allevamento degli animali e predava i popoli sedentari. successivamente, per il costo delle bestie, degli equipaggiamenti e la necessità di avere tempo libero per addestrarsi, il cavaliere poteva essere soltanto un appartenente alle classi dominanti. Nel periodo medioevale di fronte a fanterie neglette, disprezzate e composte da pedoni poco addestrati la cavalleria poteva avere buon gioco, contrastato, talvolta dall'affermarsi di reparti militari più addestrati come gli svizzeri, i lanzichenecchi o i tercios spagnoli, capaci di tattiche idonee ad ostacolare i cavalieri. L'affermazione delle armi da fuoco e degli eserciti regolari, ridimensiono progressivamente l'utilità e la valenza tattica della cavalleria.

A poco a poco, nei fatti, il cavaliere inizia a trasformarsi in fante a cavallo, poi, definitivamente, nella prima guerra mondiale, la cavalleria viene soppiantata dalle altre armi.

Nel medioevo l'arma più efficace per combattere contro la cavalleria furono le picche, delle lunghe lance con le quali i cavalieri venivano disarcionati oppure uccisi i cavalli. Ciò diede origine alle prime armature per i cavalli.

cittadino
09:31 07.08.2006

Termine del giorno – Blitzkrieg.

In storia militare, Blitzkrieg, dal tedesco guerra lampo, descrive una tattica militare usata dall'esercito tedesco all'inizio della seconda guerra mondiale nella quale movimenti ampi e rapidi di truppe meccanizzate non lasciavano all'avversario il tempo di organizzare una difesa stabile. La filosofia del Blitzkrieg era basata sull'uso massiccio dei carri armati, i cui primi esemplari erano già comparsi durante prima guerra mondiale ma le cui possibilità strategiche non erano ancora state comprese interamente. Nel 2003, con la Seconda guerra del Golfo, vennero introdotti termini come predominio rapido e Shock and awe per indicare la versione moderna della Blitzkrieg.

Il Blitzkrieg era uno stile di combattimento veloce e aperto, che si affidava pesantemente alle nuove tecnologie. Nella prima fase, l'aviazione veniva usata come artiglieria a lungo raggio, per distruggere i capisaldi nemici, attaccare le concentrazioni di truppe e seminare il panico. Successivamente le forze combinate di carri armati e fanteria motorizzata, coordinate via radio, distruggevano gli obiettivi tattici prima di muoversi in profondità nel territorio nemico. Una differenza fondamentale con i precedenti modelli tattici era la devoluzione del comando. Sul campo i giovani ufficiali erano incoraggiati a usare la propria iniziativa, piuttosto che affidarsi a una struttura di comando centralizzata.

(Continua)

cittadino
15:48 10.08.2006

(Continuazione)

La strategia venne realizzata come reazione all'attrito statico della guerra di trincea della prima guerra mondiale e divenne impiegabile in pratica agli inizi degli anni '30, grazie alla crescente affidabilità e potenza del motore a scoppio e della radio da campo, che permettevano il coordinamento degli attacchi. Numerosi militari di diverse nazioni capirono che la guerra di posizione era un concetto datato e poteva essere sconfitta concentrando forze in un area ristretta e dotandole di una grande capacità di spinta.

La chiave del Blitzkrieg era l'organizzazione delle truppe in forze mobili con eccellenti comunicazioni e comando, in grado di mantenere unite le varie unità militari mentre venivano impiegate in battaglia. Il concetto base era di concentrare tutte le forze disponibili in un singolo punto di fronte alle linee nemiche, e quindi crearsi un varco con artiglieria e fanteria, cosa abbastanza facile anche durante la prima guerra mondiale. Una volta che il varco era aperto, i carri armati potevano correrci attraverso e colpire a centinaia di chilometri nelle retrovie. Questo permetteva alla forza attaccante di combattere contro unità logistiche dotate di armamento leggero, tagliando fuori le forze nemiche sul fronte e accerchiandole. In questo modo, anche una piccola forza poteva distruggerne una molto più grande, attraverso la confusione ed evitando il combattimento diretto il più possibile.

storno
14:45 01.09.2006

Termine del giorno – Cannone semovente.

Il cannone semovente è un pezzo di artiglieria montato su scafo (cingolato o ruotato) al fine di:

  • garantire una elevata mobilità della bocca da fuoco;

  • garantire una minima protezione per il personale.

Si tratta di mezzi che non sono destinati ad operare né con gli MBT né con APC né con IFV.

Essi operano esattamente come le normali unitnà di artiglieria.

neonato
10:36 18.09.2006

Termine del giorno – Artiglieria controcarri.

L'artiglieria controcarri, fu una branca dell'artigliera, destinata esclusivamente alla lotta contro i mezzi corazzati che ebbe il suo massimo sviluppo nel corso della Seconda Guerra Mondiale, perdendo poi gradualmente importanza nel corso della Guerra Fredda. Questa componente di artiglieria ora (2006) è completamente sostituita dal carro armato e dal missile controcarro, tanto che sono almeno 50 anni che non si progettano più cannoni destinati principalmente a questa specialità.

civetta
14:15 02.11.2006

Termine del giorno – Corrazza reattiva.

La corrazza reattiva (in inglese ERA, Explosive Reactive Armour) è una particolare forma di protezione della corazzatura dei carri armati, introdotta dai sovietici a metà degli anni 70.

Si basa sul principio di annullare l'effetto dell'esplosione di un proiettile anticarro mediante una contro-esplosione di una cintura di esplosivo fatta deflagrare verso l'esterno.

I carri armati dotati di questa «corazza esplosiva» sono riconoscibili dalle «mattonelle» di materiale fissate sopra la corazza vera e propria del carro armato. Ogni «mattonella» è costituita da un sandwick di esplosivo pressato tra due lamine di metallo. Quando un proiettile (sia esso esplodente o perforante) colpisce la struttura, questa detona. Il grave handicap di questo tipo di corazzatura è che non permette l'impiego di fanteria a supporto appunto perché le schegge dalle esplosioni risultano letali.

In caso di proiettili a carica cava, l'effetto è quello di allontanare dalla corazza il punto di origine del getto di plasma in modo che questo arrivi disperso a contatto con la corazza. Oltre a questo le due lamine metalliche che formano la mattonella devono anch'esse essere tagliate dal getto del poiettile, dissipandone così l'energia. Se invece il proiettile è di tipo APFSDS l'esplosione comporta in genere lo spezzarsi del dardo e la deviazione della traiettoria. Per ovviare a questi problemi i progettisti di munizioni anticarro hanno cominciato ad impiegare testate da guerra in tandem, dove la prima carica «pulisce» la corazzatura e la seconda la penetra.

struzzo
13:48 08.11.2006

Termine del giorno – Mitragliatrice.

La mitragliatrice è un arma automatica di reparto.

Ha un calibro non superiore a 20 mm (le armi di calibro superiore appartengono alle artiglierie).

Trova impiego contro obiettivi terrestri e per l'autodifesa controaerei.

Come in tutte le armi automatiche, la pressione sul grilletto provoca lo sparo di una serie di colpi, detta raffica, che termina solo quando la pressione cessa. Alcune mitragliatrici hanno un dispositivo, azionato da un secondo grilletto o predisponibile mediante un selettore, che limita il numero di colpi sparati in sequenza (raffica breve).

La celerità di tiro di una mitragliatrice è vincolata essenzialmente da due fattori: il ciclo meccanico di sparo e la produzione di calore.

L'accelerazione del ciclo meccanico di sparo (caricamento, chiusura, sparo, estrazione, espulsione) è ottenuta mediante diversi accorgimenti:

  • materiali speciali e lavorazione accurata delle parti in movimento per ridurre al minimo gli attriti;

  • adozione della chiusura labile, con l'otturatore che poggia soltanto contro la camera di cartuccia senza vincolarsi al castello;

  • adozione di otturatori alleggeriti per ridurre le masse in movimento (MG 42).

In alternativa o in aggiunta può essere adottata la struttura a canne multiple.

La produzione di calore è molto elevata e può provocare la deformazione delle parti dell'arma con inceppamenti o addirittura con lesioni della canna o blocco della cartuccia per il fenomeno dei gas prigionieri.

Il raffreddamento può essere ottenuto in diverse maniere:

  • mediante circolazione di liquido (mitr. FIAT Mod. 1914), sistema abbandonato dopo la Prima guerra mondiale, anche se armi raffreddate ad acqua hanno prestato servizio ancora nella Seconda guerra mondiale;

  • mediante l'adozione di canne molto spesse (heavy barrel: Browning M2 e Springfield M2);

  • mediante l'adozione di manicotti forati che provocano il rapido ricambio dell'aria per effetto Venturi (il manicotto può estendersi per tutta la lunghezza della canna, cone sulle MG 34, 42 e successive);

  • mediante l'adozione della struttura a canne multiple.

Sono previsti inoltre altri accorgimenti, come il cambio rapido della canna dopo un certo numero di colpi (MG 42/59, MG3).

Le celerità di tiro elevate sono richieste dalla volatilità degli obiettivi: per avere la certezza di colpire in modo significativo un obiettivo che è visibile o comunque a portata dell'arma per pochi secondi è necessario che il numero di colpi sparati al secondo sia molto elevato. Le raffiche lunghe, caratteristiche del tiro di accompagnamento nella guerra di trincea, non hanno più alcuna ragione di esistere.

Le mitragliatrici possono essere:

  • Mitragliatrici leggere: nei calibri usuali delle armi individuali, sono facilmente trasportabili e talvolta possono anche fungere da fucile mitragliatore. Dispongono di celerità di tiro anche molto elevata, grazie al piccolo calibro.

  • Mitragliatrici pesanti: in calibri maggiori (da 0.50" a 20 mm.), necessitano di almeno due serventi per il trasporto dell'arma ovvero richiedono la collocazione su una piattaforma semovente, ruotata o cingolata, blindata o meno. Il rilevante peso delle munizioni influisce notevolmente sulla loro autonomia.

  • Mitragliatrici pesanti controaerei: normalmente usate in coppia o in quadrinata, in postazione fissa, sono idonee alla difesa di punto.

L'alimentazione delle mitragliatrici può avvenire mediante nastri di cartucce ovvero mediante caricatori.

struzzo
13:49 08.11.2006

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